INTRODUZIONE AL PROBLEMA

 

 

 

La lotta armata è uno dei portati della crisi della politica e del ‘politico"; della dissoluzione della risorsa cultura nel suo ancillare rapporto con la politica; dell’eclisse delle etiche della solidarietà e dell’eguaglianza.

Il carattere multiplo e correlato di tali processi costituisce la struttura profonda su cui alligna la lotta armata e che definisce la perspicuità del suo modello d’azione, il quale si può esprimere nei termini di un esemplare rovescio catastrofico del ‘politico’.

Sulla struttura profonda si erge una struttura periferica che, nella situazione italiana, si va dislocando nell’evoluzione dei cicli politici così sintetizzabili:

a) la colonizzazione politica della società;

b) la miscela di consociativismo costituzionale e consociativismo di governo;

c) l’incapacità da parte dei movimenti del ‘68 di rinnovare su un più avanzato fronte di democrazia e di libertà il sistema politico e il funzionamento della macchina statuale;

d) la crisi delle culture e della progettualità politica dei partiti della sinistra e dei gruppi della sinistra rivoluzionaria;

e) la sconfitta del ‘68;

f) la dilatazione totalizzante della sovranità dell’emergenza.

In Italia, è il complesso di tali concause strutturali e periferiche a fungere da base alla formazione e all’esplosione del fenomeno della lotta armata e a spiegarci il suo grado di deflagrazione politica, diffusionalità sociale e tenuta temporale che non trova riscontro in nessuna altra democrazia avanzata dell’occidente capitalistico. Molti paesi dell’occidente capitalistico avanzato (Germania, Usa, Giappone, Francia, Belgio) hanno dovuto fare i conti con "organizzazioni comuniste combattenti" e simili; ma in nessuno di essi la lotta armata ha fatto registrare la durata, il ruolo politico e il peso sociale che essa ha avuto in Italia. La particolarità e l’eccezionalità della lotta armata in Italia possono spiegarsi unicamente ponendo in connessione le scale valoriali della struttura profonda con i cicli della struttura periferica.

Tentare interpretazioni di filiazione diretta della lotta armata italiana o col blocco del sistema politico o con l’agonia dei movimenti o con la crisi della sinistra storica e di quella rivoluzionaria appare assai limitativo e limitante. Tutti questi fenomeni sono prodotto sociale prima ancora che causale storico-politica. Le ipotesi filiatorie risultano essere chiavi di interpretazione unidirezionali che, per quanto recanti impressi nei loro codici ermeneutici elementi della realtà storica e politica, finiscono col:

a) negarsi alla comprensione della specificità storica, politica e culturale del fenomeno;

b) negare la specificità della soggettività e dell’opera oggettiva dell’oppositore armato;

c) occultare il collegamento di sostrato tra "dilemmi del ‘politico’" e "dilemmi della democrazia", da un lato, e catastrofe della lotta armata, dall’altro;

d) cancellare lo sfondo storico-politico e le motivazioni etico-sociali su cui si innesta la lotta armata.

A incongruenze non dissimili, arrivano le teorie sistemiche, funzionaliste e strutturaliste nell’analisi dei nuovi movimenti sociali.

La lotta armata, come soggetto innescante prassi politico-militari connotate dall’orizzonte ideologico della "liberazione comunista", ha rivelato un’alta soglia di controfinalità e controfattualità. Costituisce, questo, uno dei suoi fattori non intenzionali (si può dire: un "effetto perverso"). Essa rivela un profilo bifronte altamente contraddittorio, secondo una linea di assoluta frattura tra fini dichiarati/perseguiti ed esiti dispiegati dalla sua azione.

Cercheremo nei capitoli che seguono di individuare, con un sufficiente grado di approssimazione, le causali profonde e i fondamenti della teoria politica della lotta armata. Nel farlo, le Br saranno assunte come referente principale dell’analisi. Si tratta indubbiamente di un limite, poiché la lotta armata, in Italia, pur avendo in esse l’attore di maggior rilievo, non è riducibile alle Br. Tuttavia, dovendo e volendo circoscrivere l’analisi al tema specifico dei rapporti tra politica e lotta armata, il limite suddetto non è condizionante: sono fondamentalmente, se non esclusivamente, le Br a sostenere la scelta armata con un criticabile e arretrato, ma organico e compiuto impianto teorico-politico.

L’identificazione delle causali e della struttura politica portante dell’opzione armata potrà, a sua volta, consentire di mettere meglio a fuoco finalità e controfinalità del fenomeno.